Capire e superare l’ansia da prestazione sessuale maschile e femminile
Non sempre l’ansia è negativa, anzi vi è un’ansia definita positiva che ci permette di rendere al meglio in tutte quelle situazioni in cui è necessaria una maggiore concentrazione e attenzione per raggiungere un determinato scopo o obiettivo. Viceversa, nell’ansia da prestazione solitamente la persona non riesce a raggiungere un proprio obiettivo in modo efficace, perché spesso nel perseguire un proprio scopo, la persona mette in relazione il successo con il rifiuto e l’esclusione da parte degli altri. In questi casi basta un minimo errore per influire in modo globale sull’autostima della persona e causare sentimenti negativi, e profondo malessere. La mia specializzazione in Sessuologia mi permette di aiutare le persone afflitte da questo problema nel mio studio a Milano.
In questo articolo:
In ambito sessuale, il problema dell’ansia da prestazione riguarda sia uomini sia donne.
L’elemento comune è che entrambi attribuiscono un’enorme importanza alla prestazione sessuale. Vi è generalmente il primario desiderio di essere all’altezza e la paura di deludere la altro. Questi aspetti impediscono di vivere serenamente la sessualità, inoltre nel momento in cui la persona è focalizzata sulla propria prestazione sessuale, può esperire ansia che ha spesso come conseguenza calo del desiderio, difficoltà di raggiungere l’orgasmo, disturbi dell’erezione.
Nel disturbo dell’erezionevi è appunto un allarme prodotto dalla previsione di non avere o perdere l’erezione durante l’atto sessuale, ciò è spesso collegato a meccanismi psicologici complessi quali per esempio:
- La paura di perdere la stima o l’amore della propria compagna
- Il bisogno di tenere perfettamente sotto controllo le proprie sensazioni fisiche ed emotive
- La sensazione di non poter stimare più se stessi e di essere impotenti nella vita oltre che nella sessualità
- Sentirsiresponsabili di ogni insuccesso e con l’idea di doversi impegnare sempre con fatica nel compiere il proprio dovere
- La paura di sentirsi deboli nella relazione di coppia
Disturbi da eiaculazione precoce
Nei disturbi da eiaculazione precoce vi sono alcuni meccanismi emotivi e psicologici che possono essere collegati alla manifestazione del problema quali ad esempio:
- Difficoltà di prestare attenzione alle sensazioni fisiche spesso associate a senso di allarme, scenari negativi e catastrofici eventi che facilitano per via del sistema nervoso autonomo la risposta riflessa dell’orgasmo
- Utilizzare strategie di evitamento delle sensazioni fisiche (cerco di non sentire per ridurre l’eccitazione) con possibile riduzione drastica dell’eccitazione e perdita dell’erezione
- Timore di perdere la stima e l’amore della propria compagna dimostrando una propria incapacità
- Precedenti esperienze sessuali con partner esigenti, molto critiche, svalutative e/o falsamente rassicuranti.
Nelle donne il disturbo dell’eccitazione sessuale, spesso è associato a desiderio sessuale ipoattivo e anorgasmia, in alcuni casi anche a vaginismo. A differenza di ciò che accade, negli uomini, con il disturbo dell’erezione, l’ansia da prestazione e la paura di fallire sono più rare, presumibilmente per la minore visibilità dell’eccitazione femminile. Tuttavia, anche nelle donne, il disturbo dell’eccitazione e anorgasmia (difficoltà o impossibilità nel raggiungere l’orgasmo), può essere mantenuto e collegato a idee irrazionali legate alla sessualità come ad esempio:
- La paura delle emozioni sessuali e la paura, sperimentandole, di perdere il controllo di sé
- La paura di lasciarsi andare e di perdere il controllo sulle relazioni interpersonali
- Non accettare l’idea di manifestare un’emozione così intensa che rende deboli e vulnerabili.
- Non sopportare di dipendere da un’altra persona per provare queste sensazioni
Inoltre, proprio per il significato attribuito alla prestazione nel rapporto sessuale, la persona comincia a sperimentare uno stato d’ansia vivendo la sessualità senza spontaneità, con timore, ciò può compromettere, a lungo andare, il rapporto sentimentale e la felicità nella relazione, innescando in alcuni casi una crisi nel rapporto di coppia.
A lungo andare l’ansia da prestazione può causare una riduzione autostima
A lungo andare l’ansia da prestazione può causare una riduzione autostima è un graduale ritiro dell’ individuo nel espressione della sua sessualità con evitamento dei rapporti sessuali e calo del desiderio. In alcuni casi, vi è un iper-investimento nell’attività autoerotica ma anche in questo caso, spesso, non come fonte di piacere ma come tentativo di testare il proprio funzionamento sessuale come ad esempio mantenimento dell’erezione o raggiungimento di un eccitazione sessuale ai fini del raggiungimento del orgasmo.
Quindi, se non trattata adeguatamente, l’ansia da prestazione sessuale può innescare un disturbo sessuale e psicologico come: disfunzioni erettili, anorgasmia, eiaculazione precoce, dispaurenia, ecc. Tali disturbi possono essere risolti efficacemente con la psicoterapia cognitiva ad orientamento sessuologico e rivolgendosi a specialisti psicoterapeuti.
Come può aiutare la psicoterapia
La psicoterapia in questo caso si focalizza sull’affrontare con il paziente le difficoltà collegate che sono alla base dell’ansia da prestazione. Inoltre, nella terapia sessuologica, assume importanza, da parte del paziente, imparare, attraverso il percorso terapeutico, a riconoscere le proprie sensazioni correlate all’attività sessuale, focalizzandosi sulla propria soddisfazione sessuale; in considerazione del fatto che il provare piacere dipende principalmente dalla capacità del soggetto di vivere, lasciandosi andare, le proprie emozioni sessuali. Naturalmente, condividere il piacere con il partner è un aspetto importante ai fini di un rapporto soddisfacente dal punto di vista sessuale, ma quando il procurare piacere alla altro, produrre una prestazione sessuale e non deludere, sono obiettivi perseguiti rigidamente, il rischio è appunto di innescare emozioni negative e vivere la sessualità con angoscia e disagio.
Conclusioni
In conclusione la consulenza psicoterapeutica ad orientamento sessuologico sarebbe utile, nel caso in cui la vita sessuale è limitata da un tendenza ossessiva alla prestazione e al timore di fallire nella atto sessuale, con l obiettivo ultimo di permettere alla persona di vivere la propria sessualità con se stesso e nel rapporto di coppia in modo soddisfacente e realmente piacevole.
Riferimenti bibliografici:
I disturbi sessuali. F. Veglia. In Nuovo Manuale di Psicoterapia Cognitiva. A cura di B.Bara. Bollati Boringhieri. 2006
Articolo a cura dott. Fausto Girone. Riproduzione non consentita